venerdì 18 luglio 2014

ALTRE GUERRE INUTILI.

Per certi pedoni attraversare la strada non è una necessità. È una prova di forza. Un esercizio di potere. 

Si puntano sul bordo del marciapiede nello stesso modo in cui un nuotatore arriccia le dita dei piedi intorno al blocco di partenza, ti guardano di taglio, dall'alto in basso a te che stai seduto nella tua automobile. E poi si buttano. In strada. 

Le strisce pedonali sono il loro territorio, il loro campo di battaglia, è una guerra di sguardi e di non sguardi quella che combattono certi pedoni, una lotta fatta di volti duri, di gesti, di sospiri che tirano quando tu ti arresti e loro si sentono nel giusto. Passano.

Attraversano certi pedoni, fieri paladini delle città e del popolo intero. Attraversano mentre tu, fermo in folle e magari sorridente li guardi e loro non ti guardano, ti ignorano. Tu, automobilista, non esisti. Tu sei una merda. 

Come se essere automobilista fosse una colpa o un peccato grave. 

Raggiungono l'altro marciapiede, ci salgono sopra e poi arriva quell'attimo di smarrimento, di amnesia. Vuoto, lo vedi. Spunta il niente. Il pedone combattente non appena ha attraversato la strada si dimentica di dove voleva andare. 

Non doveva andare da nessuna parte, in effetti. 

Comunque ha vinto una battaglia e questo è ciò che conta, non si ricorda per quale ragione combatta quella guerra, ma non importa. L'importante era vincere. Fino alla prossima battaglia, fino al prossimo attraversamento pedonale, lì si ricomincerà tutto da capo. Un'altra guerra. 

Tu intanto metti la prima e te ne vai.  
E dici: mah. 

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