giovedì 14 agosto 2014

TELEFONO

Ascoltare i tuoi figli mentre si parlano tra loro al telefono. Dico, essere lì a fianco a uno di loro mentre parla con un fratello o con una sorella che sta da un'altra parte, in un'altro posto, da un po' di giorni.

Le prime volte è una sensazione incredibile, fortissima, forse chi non è genitore non è in grado di capire. Sei lì che fai qualcosa - niente di importante, tipo leggere o spazzare un pavimento, o guardare la televisione, inizi a farlo sempre meno attentamente - e ascolti quello che si dicono.

Ti accorgi che parlano in modo normale, quieto, che ridono e scherzano e che parlano anche seriamente, di cose serie, normali, da persone adulte. Parlano e ascoltano con calma alternandosi nel dialogo e tu sei lì, un po' in disparte, ci sei e non ci sei. Sei sorpreso e intenerito, un  po' commosso.

E' una sensazione strana e bellissima. E' l'idea che anche quando non ci sei tu o quando non ci sarai, i tuoi figli comunque andranno avanti, da soli. Hai fatto dei figli e sono diventati grandi.

Quando vedi i tuoi figli che si cercano e che si parlano tra loro al telefono capisci che la tua funzione di genitore cambia. Se non è già cambiata, se non lo hai già fatto, devi cambiare. Devi metterti un po' da parte, accompagnarli ma allo stesso tempo lasciarli andare, anche se decidono di fare cose che tu non faresti o che faresti in un altro modo. Ognuno la propria giovinezza e la propria vita deve essere libero di usarla come vuole. Il privilegio, il tuo premio è godere di quei momenti, essere lì - esserci - e bisogna saperlo fare. Non farsi prendere dalla paura o peggio dal panico.

Che è proprio quando uno ha paura che di solito, nella vita, si fanno i danni più grandi. Bisogna starci attenti.

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