lunedì 10 aprile 2017

TRACCE

In cima al Bec des Rosses non sei uno qualunque, ti ci hanno mandato. Ne hanno chiamati sedici da tutto il mondo e uno di quei sedici, sei tu. In un certo senso sei uno a cui sta per essere affidata una piccola porzione di mondo e che dovrà prendersene cura. Reinventarla o provarci, almeno. Interpretarla. Custodirla. Far capire che esiste, in fondo tutto quello che ti si chiede è di sciare e di fare di quello spazio un luogo, costruire una storia e offrirla agli altri, è la stessa cosa che si chiede a uno scultore o a un architetto: dare un senso alle tre dimensioni mettendoci dentro una visione. 

C’è questa grande parete nord, il Bec des Rosses e ci sei tu e tutto quello che devi fare è disegnare la tua linea, anzi non la devi disegnare: la devi scolpire. Devi scendere, come vuoi. In snowboard. Adesso ci sono anche quelli con gli sci ma quando hanno invitato a partecipare me quasi venti anni fa, quelli non c’erano, c’eravamo solo noi. Che vi piaccia o no è dagli snowboarder che è iniziata la rivoluzione del freeride e dello sci così come lo intendiamo adesso. Tu, in gara, la tua traccia puoi farla andare dove vuoi, sul ripido esposto che se cadi muori o a zigo-zago per la parete cercando i cliff. Puoi andare veloce oppure lento, ricavare curve dentro a quegli spazi bianchi compresi tra le rocce oppure puoi tentare di andare dritto se ne sei capace, se hai pelo abbastanza. Qualcuno è così bravo che ce la fa. Puoi fare quello che vuoi. In ogni caso: tutto quello che farai, ogni mossa, ogni esitazione, ogni incertezza, ogni magia che tirerai fuori dal cappello, qualsiasi cosa ti verrà in mente di fare dal basso sarà visibile a chiunque. All’Xtreme di Verbier non puoi barare. Ci sei tu e c’è la montagna e c'è anche il pubblico. Ti guardano. Stanno di fronte della parete, lontani e apparentemente ininfluenti ma ci sono, senti le voci arrivare da sotto portate dal vento. Sono lì.


E' una sensazione strana, sei solo ma anche non sei solo, non c'è niente di paragonabile al mondo tranne forse quelle discese che capita di fare in cui ti vedono dalla funivia, è come stare dentro a un acquario ma all'incontrario: quelli ti guardano e tu sei un pesce solitario e nuoti, ma non dentro all'acquario. Dentro all'acquario in quel mondo recintato e artificiale, chiusi, ci stanno loro. Tu sei libero. Solo. Sei l'unico abitante del mondo. Sul Bec des Rosses puoi soltanto scendere, fare quello che sai, possibilmente non ammazzarti e divertirti. Scendi e poi alla fine, non subito ma anni dopo, ti accorgi che non sei tu ad avere lasciato la tua linea. 


E' il Bec des Rosses che in fin dei conti, ha tracciato te.


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